Sentiero
Rifugio Monte Manfrè – Altomontana dell’Etna
Il Sentiero 786B, parte dal Rifugio di Monte Manfrè e percorre il primo tratto sotto un rigoglioso bosco di querce, costeggiando Monte Manfrè ad Ovest, fino a sbucare sulla SP 92. Percorrendo quest’ultima per un tratto di curva di circa 200 m la si lascia volgendo verso nord per intraprendere il tratto che attraversa uno dei bracci lavici della colata del 1983, che allora distrusse una buona parte delle contrade montane del comune di Belpasso, ricche di terreni coltivati. La colata si arrestò nei pressi della strada Milia qualche chilometro più in basso.
Percorrendo questo tratto, si sbuca su una strada pavimentata in basalto lavico, da qui si prosegue verso nord, dove il lastricato finisce ci si addentra in ripida salita dentro un fitto bosco di castagni che poi lascerà il posto ad una vegetazione mista di querce e ginestre fino a giungere ad una radura nei pressi di Monte Croce di Pietra. Qui grazie alle indicazioni della segnaletica verticale, si svolta verso nord per seguire una pista forestale che porta a Monte Serra La Nave, luogo caratterizzato da una fitta pineta. Attraversato il Parco “Etnavventura”, si prende per un sentiero in direzione ovest per giungere in poche centinaia di metri al cancello del Demanio Forestale “Filiciusa-Milia” dove si unisce il sentiero 701A, breve bretella del 701-SI (Altomontana dell’Etna) che fa parte del Sentiero Italia.
English version:
The Path 786B begins from the Shelter Mount Manfrè, and runs through a lush forest of oak trees, skirting west of Mount Manfrè, until you reach the SP 92. Along the latter, after 200 m of a curvy stretch, you turn northward to undertake the stretch that crosses one of the arms of the lava flow of 1983, which destroyed a good part of the mountainous districts of the town of Belpasso, rich of farmland. The lava flow stopped near the road “Milia”, a few kilometers further down.
Along this stretch you come out on a road paved with basalt lava, from here continue toward north, where the pavement ends and enter a steep hill that goes into a dense forest of chestnut trees and after into a mixed vegetation of oak trees and broom until you reach a clearing near Mount Croce di Pietra. Here, thanks to the road signs, turn north to follow a forest path leading to Mount Serra La Nave, a place characterized by a dense pine forest. After crossing the "Etnavventura” Park, you take a path to the west to arrive in few hundred meters to the gate of the State Forest Authority "Filiciusa-Milia" where it joins the path 701A, a short branch of the 701-SI (Etna High Trail) that is part of the Italian Trail.
Sentiero
Ragalna – Grotta D'Angela - Sentiero 786
PREMESSA
Il sentiero 785A, di fatto, è una bretella del 785 che, passando dalla bellissima Grotta d’Angela, collega Piazza Rocca al sentiero 786 che sale da Belpasso.
Attraverso il sentiero 785 è possibile chiudere un anello escursionistico di circa 20 km, concatenando i sentieri: 785, 786 e 786B. Percorrendolo in senso orario, oppure antiorario, si può vivere una bellissima escursione nel territorio sud del vulcano, lungo tale percorso sono presenti alcuni rifugi, ove è possibile effettuare le necessarie soste.
ITINERARIO
Da Piazza Rocca a Ragalna (Punto 1, 917 m.s.l.m.), ci si dirige verso est seguendo via Cutore Rizzo, dopo circa 1 km si lascia l’abitato e ci si addentra nella campagna caratterizzata da ginestre e vegetazione tipica della macchia mediterranea. Si raggiunge dunque una delle propaggini più a sud della colata lavica del 1780 in corrispondenza di alcuni tratti in cui la stradella è caratterizzata da un acciottolato lavico di antica fattura. Ad un certo punto si apre una bellissima vista sull’Etna (Punto 1A, 920 m.s.l.m.). Proseguendo si incontra l’ingresso della Grotta D’Angela (Punto 2A, 929 m.s.l.m.) e dopo alcune decine di metri si incrocia il sentiero 786 che proviene da Belpasso e si dirige verso Monte Manfrè.
Scarica la traccia gpx
Indicazioni stradali per il punto di partenza (Punto 1 – Piazza Rocca-Ragalna):
Dalla Superstrada Paternò - Catania/SS121, continuare sulla SS 284, prendere l'uscita Santa Maria di Licodia-Belpasso, mantenere la destra al bivio ed entrare sulla Strada Provinciale 4/11. Continuare per circa 2 km, dunque svoltare a sinistra sulla Via Mongibello; percorrerla per 2,3 km, poi proseguire su Via Paternò, piazza Cisterna, via Rocca (anche S.P. 57) fino a raggiungere Piazza Rocca.
Coordinate GPS punto di partenza sentieri 785 e 785A (Punto 1 - Piazza Rocca - Ragalna):
Lat: 37° 38,592’ N; Long: 14° 57,442’ E; Alt: 917 m.s.l.m.
DESCRIZIONI PUNTI D'INTERESSE
Punto 1A – Scenario dell’eruzione del 1780
Si apre a nord il magnifico scenario dell’eruzione del 1780 le cui lave continuano a resistere alle varie colonizzazioni vegetali. Fu un’eruzione imponente e atipica, senza esplosioni di materiale, né formazione di conetti, che giunse a travolgere e distruggere numerosi vigneti e case coloniche della contrada di Ragalna. “L’eruzione ebbe inizio la sera del 18 maggio del 1780, circa un chilometro ad ovest della Montagnola (eruzione 1763) a quota 2350 ... Questo primo efflusso lavico di modeste dimensioni si diresse verso monte Nero degli Zappini formando, in prossimità di esso, diverse dagale. Un secondo efflusso lavico, molto più consistente, scaturì alla base di monte Nero degli Zappini, a quota circa 2000, dirigendosi in parte verso sud-ovest dopo aver circondato Monte dei Santi, e per la maggior parte verso sud in direzione di monte Parmentelli. Dopo aver circondato il monte anzidetto la lava proseguì il suo corso verso sud e a quota 1200 si divise in due bracci: quello di sinistra si arrestò a quota 1000, mentre quello di destra, dopo aver lambito la base occidentale di monte Elici e successivamente quella orientale di monte Mazzo, dopo un percorso di circa 10 km. Si fermò a quota 800, in prossimità dell’abitato di Ragalna. L’eruzione durò 10 giorni, fino al 28 maggio. La superficie coperta venne stimata intorno a 4,7 Km2 con un volume di lava di 28 milioni di m3“.
Da: Violetta Gottini-Silvia Rizzo-Carmelo Sturiale, I fenomeni eruttivi dell’Etna nel secolo XVIII, 1976, pp. 77-78.
Punto 2A – Grotta d’Angela
Trattasi di una galleria di scorrimento accessibile dalle due estremità, ben illuminata e con un'ampia sezione semiellittica. Il pavimento, in lieve pendenza e piuttosto uniforme, è per la maggior parte a superficie unita; nella zona centrale presenta delle caratteristiche lave a corda. Lungo la parete ovest si notano alcuni grossi rotoli. La galleria è lunga circa 40 m, ma dalla letteratura (Ponte, 1914, p.13) risulta che sino agli inizi del secolo 20esimo, la Grotta d'Angela misurava 150 m. Tracce di crolli recenti sono effettivamente visibili ai due ingressi. A valle della grotta si trova un ampio canale di scorrimento lungo circa 100 m che conduce ad altre due piccole cavità. (cit.: www.mungibeddu.it). La galleria ha andamento orizzontale. Le lave che hanno originato la grotta sono del 1780.
Belpasso – Rifugio Monte Manfrè
Itinerario antropologico-naturalistico da Belpasso “a Muntagna”
PREMESSA
Il sentiero 786 è stato ideato e realizzato dalla sezione di Belpasso del Club Alpino Italiano grazie al contributo del Comune di Belpasso. Si è voluto creare un percorso che conducesse dall’abitatodi Belpasso “a Muntagna”, così come è chiamato dagli abitanti dei paesi etnei il vulcano Etna, e precisamente a Monte Manfrè, area del comune di Belpasso in cui sorge il rifugio omonimo, ristrutturato nel 2015. Il sentiero conduce alla méta attraversando parte del territorio nord di Belpasso e toccando alcuni siti d’interesse che vale la pena visitare e che sono descritti da tabelle informative lungo il tracciato.
Il percorso ha una lunghezza di 15 km, un dislivello dal punto di partenza a quello di arrivo di 800 m, ed è caratterizzato da 10 luoghi di posa disposti lungo il tracciato.
ITINERARIO
Si parte da Contrada Gattaino (Punto 1, 522 m.s.l.m.) nella quale è possibile osservare le antiche torrette, manufatti della civiltà contadina che nel passato servivano a trovare una collocazione limitrofa alle pietre che i contadini rinvenivano nel dissodare i terreni, allora adibiti alla coltivazione della vite, predominante nella zona.
Dal punto 1 al punto 2, si sale leggermente in direzione nord-est, il percorso affianca per un tratto uno dei bracci lavici della colata lavica del 1669, famosa per la sua distruttività. All’epoca anche la vecchia Malpasso fu seppellita insieme a tanti paesi vicini. Durante il tragitto è possibile osservare altri manufatti in pietra: muretti a secco e terrazzamenti.
Nel punto 2 ci si trova vicini ad un luogo sacro, la Madonna della Roccia, così denominata proprio perché su una roccia lavica posta in una radura alle porte di Belpasso, dall’11 maggio 1986 al maggio 1988 la Vergine è apparsa a un quindicenne, Rosario Toscano. E’ possibile visitarne i luoghi, il tempietto che protegge la roccia sulla quale, si dice, apparisse la Vergine Maria, la Via Crucis realizzata lungo il percorso che conduce alle due Grotte dei Taddariti, grotte di scorrimento lavico, visitabili però solo dall’esterno.
Di seguito, superata la strada e dopo aver attraversato un piccolo boschetto di querce, si raggiunge il punto 3, la grotta di Piscitello, creata dal flusso lavico del 1669. E’ possibile visitarla ma è consigliabile indossare un caschetto di protezione ed avere con sè una torcia.
Da qui il sentiero si sposta in direzione nord-ovest, attraversando la fitta vegetazione di Contrada Piscitello, costeggiando nella parte finale, prima di sbucare sulla S.P. 4II Belpasso-Nicolosi, un esteso vigneto a filari.
Superata la strada provinciale, ci si trova di fronte all’altarino devozionale eretto per lo scampato pericolo durante l'eruzione del 1886.
Si fa, quindi, ingresso nella trazzera-strada vicinale Piscitello. Prima di raggiungere il punto 4, a circa 100 m si trova sulla sinistra l’antico altarino di contrada Cisterna Regina, un pregevole altare con nicchia affrescato, anche se attualmente versa in cattive condizioni. Al suo interno si possono ammirare degli affreschi ormai sbiaditi raffiguranti la Madonna della Guardia (al centro), San Biagio (a sinistra) e Santa Lucia (a destra).
Arrivati al punto 4 si può osservare la cisterna della Regina: è una grande cisterna idrica appartenuta ad una tenuta reale del XIV secolo. Tale tenuta, appartenente alla regina Eleonora d'Angiò consorte del re Federico III di Aragona, comprendeva una villa ed un giardino che furono distrutti da un braccio di lava durante un’eruzione nel 1910 che sommerse la parte più importante del caseggiato lasciando scoperta la cisterna.
Il braccio lavico in questione è visibile lungo il percorso qualche centinaio di metri dopo insieme ai resti di un terrazzino panoramico che faceva parte della villa della regina. Adiacenti al costone lavico, possono ancora notarsi dei vialetti in muratura, tutti conducenti alla terrazzina dalla pianta rettangolare, le cui pareti su tre lati sono arricchite da una serie di sedili in muratura rivestiti da mattonelle in terracotta e formanti delle spalliere.
Proseguendo oltre, si percorre un campo lavico, nel passato utilizzato come cava per l’estrazione della pietra lavica, adesso colonizzato da un folto ginestreto.
Arrivati alla S.P. 160 Nicolosi-Ragalna, la si percorre in direzione ovest, dopo un centinaio di metri s’imbocca a destra una vecchia trazzera a tratti ben conservata di acciottolato in pietra lavica. Accompagnati dallo stupendo panorama dell’Etna sullo sfondo si raggiunge il punto 5, Contrada Segreta, in cui è possibile fare una sosta nella adiacente area picnic.
Da qui, dopo circa 2 km si arriva ad un bivio (punto 6), prendendo a sinistra e lasciando il sentiero 786 si può raggiungere a qualche decina di metri la vicina Grotta D’Angela.
Dal bivio si prosegue in direzione nord, il percorso è costituito a tratti da sentiero e da vecchie trazzere fino a raggiungere la strada provinciale Milia. Attraversatola ci si trova dapprima su una carrareccia in prossimità di monte San Leo (punto 7, 1198 mslm) e poi in corrispondenza di un omino di pietra s’imbocca il sentiero che attraversa un vecchio campo lavico oramai quasi colonizzato dalla vegetazione, costituita prevalentemente da ginestra e da qualche esemplare di leccio e roverella.
Poco prima di giungere su una stradella padronale si può notare una caratteristica formazione lavica a forma di bolla.
Da lì a poco, si svolta a destra in direzione nord ovest percorrendo un antico sentiero, segnalato dalle consuete bandierine bianco-rosso, che porta alla base di Monte Sona (punto 8, 1398 mslm). Qui è visibile l’imponente presenza di uno dei bracci lavici del 1983, fermatosi più giù in corrispondenza della strada Milia. Questa zona è ben gestita dal demanio forestale, è possibile trovare a un centinaio di metri un’area di sosta.
L’ultimo tratto, grazie ad una carrareccia che costeggia ad ovest Monte Sona, ci conduce alla base di Monte Manfrè (punto 9, 1460 mslm), da qui un sentiero ci porta al Rifugio, perfettamente integrato nel paesaggio, caratterizzato da imponenti alberi di castagno e suggestive formazioni laviche.
Il rifugio è raggiungibile anche da un ingresso posto sulla vicina S.P. 92 al km 10,6 (punto 10), tramite una comoda carrareccia lunga circa 500 m. Questa è indicata sulla mappa come sentiero 786A.
Dal rifugio in futuro sarà possibile anche prendere il sentiero 786B, di prossima realizzazione, che nel giro di 3,5 km e 350 m di dislivello, porta all’Altomontana dell’Etna, nei pressi del cancello del Demanio Filiciusa-Milia. Da qui sono possibili diverse escursioni nella zona di Etna Sud.
Indicazioni stradali per il punto di partenza (Punto 1 - Contrada Gattaino-Belpasso):
Dalla Superstrada Paternò - Catania/SS121 prendere l'uscita Zona Industriale Piano Tavola-Belpasso, continuare in Via Valcorrente e poi proseguire imboccando la Strada Provinciale 14/SP14 in direzione per Belpasso. All’ingresso del paese svoltare a destra e imboccare la Strada Provinciale 56i. Alla rotonda, proseguire dritto su Via Papa Giovanni Paolo II, così anche alla successiva. Ad una terza rotonda prendere la 1ª uscita, a pochi metri a destra si trova la Via de Nicola da cui parte il sentiero.
Coordinate GPS punto di partenza sentiero 786 (Punto 1 - Contrada Gattaino-Belpasso):
Lat: 37° 35’ 12,4’’ N; Long: 14° 59’ 06,0’’ E; Alt: 522 m.s.l.m.
Coordinate GPS punto di partenza sentiero 786A (Punto 10 - S.P. 92 km 10,6):
Lat: 37° 40’ 22,2’’ N; Long: 14° 59’ 04,6’’ E; Alt: 1334 m.s.l.m.
DESCRIZIONI PUNTI D'INTERESSE
Punto 1 - Contrada Gattaino
Contrada Gattaino è una area di Belpasso che storicamente era adibita alla coltivazione della vite. E’ infatti possibile osservare i vari reperti della civiltà contadina: i muretti a secco, i terrazzamenti, i canali d’irrigazione e le antiche torrette, manufatti che servivano a trovare una collocazione limitrofa alle pietre che i contadini rinvenivano nel dissodare i terreni, i muretti indicavano i confini, quando le pietre erano troppe le accatastavano in modo ordinato, così nascevano le torrette.
La strada che qui inizia è una delle regie trazzere che collegavano le varie località del territorio etneo, alcuni tratti di essa con il selciato in basolato lavico ed i muretti laterali sono ancora ben conservati.
Punto 2 - Madonna della Roccia
La Madonna della Roccia è chiamata così proprio perché nei pressi si trova una roccia lavica; su questa roccia, dall’11 maggio 1986 al maggio 1988, la S. Vergine sarebbe apparsa a un quindicenne, Rosario Toscano. La roccia è posta sotto un tempietto che la protegge, esso è visibile da qui guardando in direzione sud. Entrando nell’area si può visitare il luogo di culto ma anche la Via Crucis realizzata su pietra lavica lungo il percorso che conduce alle due Grotte dei Taddariti, tunnel di scorrimento lavico, visitabili però solo dall’esterno. Una di esse è stata utilizzata per l’allestimento di un presepe.
Punto 3 - Grotta di Piscitello
La grotta, creata dal flusso lavico del 1669, è detta in termini dialettali “di Pisciteddu” o anche “Ampudda di Pisciteddu”, proprio dalla omonima contrada in cui si trova, si racconta che qui un tempo scorreva un fiume il cui letto si pensa fu seppellito dalle colate laviche, proprio il fiume Piscitello.
Rispetto all’ingresso il tunnel lavico si sviluppa orizzontalmente in direzione nord-sud per un centinaio di metri; nella parte più bassa della volta si possono notare delle prominenti stalattiti di rifusione.
Punto 4 - Cisterna Regina
La Cisterna della Regina, faceva parte di una antica tenuta, che comprendeva una villa ed un giardino, e che fu fatta edificare da Eleonora d'Angiò, consorte del re Federico III di Aragona, dopo la morte del marito, avvenuta nel 1337.
Le rovine della tenuta sono oggi comunemente denominate della Cisterna Regina e si trovano a qualche centinaio di metri da qui sul percorso. Del vecchio fabbricato è rimasto ben poco; questo sorgeva in una zona in dolce declivio solcata dalle acque del fiume Piscitello.
La villa nel 1910 venne investita da un braccio di lava che sommerse la parte più importante del caseggiato.
La cisterna aveva la funzione di raccogliere le acque piovane che, dai pianori e dalle antiche trazzere più o meno lastricate, scendevano a valle. Il punto di raccolta, tutt’ora esistente, è una grande cisterna dal diametro di circa 35 metri a cielo aperto e avente pianta circolare. La sua profondità dovette aggirarsi intorno ai cinque-sei metri, mentre col tempo si è ridotta alla profondità di non oltre 2,5 metri.
Al suo interno si accumulano, infatti, la rena vulcanica dell'eruzione del 1669 e materiale piroclastico fuoriuscito dalla bocca effusiva dei Monti Rossi.A causa della presenza di questo materiale sabbioso, per qualche periodo della sua storia più recente, il suo interno è stato coltivato a vigneto. Le sue pareti, in qualche tratto, fanno intravedere tracce di intonaco medievale e alcuneaperture attraverso le quali, grazie ad alcuni “canaletti” in pietra lavica, l'acqua si riversava all'interno dell’invaso. Questa veniva utilizzata per soddisfare il consumo idrico necessario, per il sostentamento degli animali e per lavare i panni; infatti, l'acqua, nonostante trascinasse con sé terra e detriti, nella cisterna si accumulava e decantava.
La Cisterna si erge proprio a ridosso dell’antica Strada Regia Nazionale (Siciliana), di grande importanza nel sistema viario dell’epoca. Percorrendo questa strada, inoltre, si può comprendere come essa collegasse il quartiere Guardia con l’antico abitato di Malpasso.
Punto 5: Contrada Segreta
Area montana del territorio di Belpasso in cui tanti cittadini vengono a villeggiare nel periodo estivo. E’ presente un’area picnic per fare una breve sosta.
Punto 6 - Grotta D’Angela
Trattasi di una galleria di scorrimento accessibile dalle due estremità, ben illuminata e con un'ampia sezione semiellittica. Il pavimento, in lieve pendenza e piuttosto uniforme, è per la maggior parte a superficie unita; nella zona centrale presenta delle caratteristiche lave a corda. Lungo la parete ovest si notano alcuni grossi rotoli. La galleria è lunga circa 40 m, ma dalla letteratura (Ponte, 1914, p.13) risulta che sino agli inizi del secolo la Grotta d'Angela misurava 150 m. Tracce di crolli recenti sono effettivamente visibili ai due ingressi. A valle della grotta si trova un ampio canale di scorrimento lungo circa 100 m che conduce ad altre due piccole cavità. (cit.: www.mungibeddu.it). La galleria ha andamento orizzontale. Le lave che hanno originato la grotta sono del 1780.
Punto 7 – Monte San Leo
Si tratta di uno dei tanti conetti vulcanici spenti dell’Etna, essendo molto antico è stato già ripopolato dalle specie vegetali tipiche della zona: la ginestra, il leccio, la roverella.
Punto 8 – Monte Sona e Monte Manfrè
Questa zona montana del vulcano è caratterizzata dalla presenza di due rilievi, topograficamente denominati monte Sona e monte Manfrè, ma in realtà sono entrambi antichi crateri spenti, oggi molto ricchi di vegetazione arborea e con un bellissimo panorama circostante: l’Azienda Regionale Foreste Demaniali di Catania ha attrezzato di sentieri e di piste forestali con muri a secco di contenimento le pendici e i versanti di questi antichi crateri per raggiungerne le sommità e per consentire un miglior controllo dei boschi; le opere realizzate hanno anche lo scopo di migliorare la fruizione da parte degli escursionisti che desiderano ammirare il paesaggio etneo anche con brevi passeggiate.
Sulle pendici di questi antichi crateri spenti, si osserva una ricca vegetazione forestale in parte spontanea grazie ai naturali processi di colonizzazione che interessano le superfici laviche, ma una parte maggiore è frutto di opere di rimboschimento, sempre ad opera dell’Azienda, che ha contribuito al consolidamento del suolo con l’impianto di molte specie vegetali originarie.
La vegetazione di Monte Sona è ricca di Leccio (Quercusilex) nella parte ovest, invece in quella est è prevalente il Pino laricio (Pinuslaricio), caratteristico del paesaggio etneo presso le quote montane.
Il Monte Manfrè è quasi completamente ricoperto di querce del gruppo della Roverella (Quercuspubescens); sono presenti bellissimi esemplari secolari di Castagno (Castanea sativa) alla base del monte nella zona sud e una caratteristica colonia di Pioppo tremulo (Populus tremula) all’interno del cratere su superfici molto impervie.
Attorno ai due monti sono presenti le grandi distese di colata lavica scaturita dall’eruzione del 1983 e che li aveva accerchiati per poi proseguire la discesa verso sud: fortunatamente l’eruzione si esaurì, evitando molti danni al centro abitato.
Il Monte Manfrè divenne leggendario per il presunto incontro di natura extraterrestre avuto il 30 aprile 1962 da Eugenio Siragusa, figura catanese in equilibrio tra la follia e la religiosità che ha fatto tanti proseliti.
Attorno ai due monti sono presenti le grandi distese di colata lavica scaturita dall’eruzione del 1983 e che li aveva accerchiati per poi proseguire la discesa verso sud: fortunatamente l’eruzione si esaurì, evitando molti danni al centro abitato.
Il Monte Manfrè divenne leggendario per il presunto incontro di natura extraterrestre avuto il 30 aprile 1962 da Eugenio Siragusa, figura catanese in equilibrio tra la follia e la religiosità che ha fatto tanti proseliti.
Punto 9 – Rifugio Monte Manfrè
Il Rifugio è perfettamente integrato nel paesaggio, caratterizzato da imponenti alberi di castagno e suggestive formazioni laviche. Da qui in futuro sarà possibile anche prendere il sentiero 786B,di prossima realizzazione, che nel giro di 3,5 km e 350 m di dislivello, porta all’Altomontana dell’Etna, nei pressi del cancello del Demanio Filiciusa-Milia. Da qui sono possibili diverse escursioni nella zona di Etna Sud.
Punto 10 – S.P. 92 al km 10,6
Ingresso per il sentiero 786A dalla S.P. 92 al km 10,6, una carrareccia conduce al rifugio di Monte Manfrè in circa 500 m. Da qui è possibile prendere il sentiero 786 che conduce a Belpasso.
Route
Belpasso – Monte Manfrè Refuge
Anthropological and Natural Itinerary from Belpasso to the mountain
INTRODUCTION
The path No. 786 has been designed and implemented by the local section of Italian Alpine Club (C.A.I) in Belpasso with the contribution of the Municipality. It creates a connection between the town of Belpasso and "a Muntagna", as Etna volcano is called by its inhabitants. The trail ends at Monte Manfrè, where is a refuge of the same name renovated in 2015. This path leads to the northern territory of Belpasso, passing through some sites of interest worth visiting described by information boards along the way. The path is 15 km long, the height difference from the starting point to the arrival is 800 m and there are ten staging points along the track.
ITINERARY
It starts from Contrada Gattaino (Point 1, 522 meters above sea level) where you can observe ancient "towers", artifacts of rural civilization used in the past to place stones that farmers found during the tillage of the soil. In that time the terraces were cultivated with vine, very common in this area.
From point 1 to point 2, the path goes up slightly towards the northeast. For a short way it is flanked by the rocks shaped during the lava flow in 1669, famous for its destructiveness. At the time even Malpasso (the old Belpasso) was buried along with many neighboring villages. On the way you can look at other stone artifacts such as dry stonewalls and terraces.
At step 2 you are close to the shrine of La Madonna della Roccia (Our Lady of the Rock), so named because of the Virgin appeared from May the 11th 1986 to May 1988 to a fifteen year old boy, Rosario Toscano, on a lava rock placed in a clearing just outside of Belpasso. It is possible to visit the site and see the shrine that protects the rock where, as people say, the Virgin Mary appeared, and also the Way of the Cross placed along the path that leads to the two lava caves of Taddariti (meaning “bats” in dialect, visible only from the outside).
After overtaking the road and crossing a small oak grove, you reach point 3, the cave of Piscitello, created by lava flow in 1669. In order to visit this place you should wear a safety helmet and bring with you a torch.
From here, the trail moves in a northwesterly direction, crossing the dense vegetation of Contrada Piscitello. Before approaching the Road S.P. 4 II Belpasso-Nicolosi, in its final part the path flanks the rows of an extensive vineyard.
After passing by the road, you find yourself in front of a little devotional altar erected for the narrow escape during the eruption of 1886.
Here, therefore, you find the entry of the dirt local road Piscitello. Before reaching point 4, about 100 meters onward you can see on the left the ancient altar of Contrada Cisterna Regina, a fine altar with frescoed niche, unfortunately in bad condition. Inside you can admire the frescoes by now faded depicting the Madonna della Guardia (center), San Biagio (left) and Saint Lucia (right).
As you approach to point 4 you can see the circular tank of the Queen’s Cistern, a large water cistern connected to a royal complex of the fourteenth century. This property belonged to Queen Eleanor of Anjou, wife of King Frederick III of Aragon, and included a villa with garden. This building was destroyed by lava during an eruption in 1910 that submerged the most important part of the house except the tank itself.
This lava bench is visible from the path for a hundred meters along with the ruins of a panoramic terrace of the Queen’s villa. Along the lava ridge, stoned walkways can still be noticed. These lead to the small terrace with a rectangular plan and walls enhanced on three sides by a series of stone seats covered with terracotta tiles.
Moving forward, you come to a lava field used into the past as quarry for the extraction of lava rock, now colonized by a large broom grove.
Once you get to the road S.P. 160 Nicolosi-Ragalna, follow it to the west, after about a hundred meters turn on the right and take an old but well-preserved dirt road with lava cobblestone. With the beautiful view of Etna in the background you will reach the point 5, Contrada Segreta, where you can make a stop in the adjacent picnic area.
From here, about 2 km on, you will come to a fork (point 6), turning on the left and leaving path No. 786, the nearby Cave D'Angela can be reached in a few tens of meters.
From the crossroads continue towards the north, the path follows old dirt roads until it reaches the road Milia. After crossing that road, you will be on a track near Mount St. Leo (point 7, 1198 meters above sea level). Then, near a cairn (little pile of stones), you can take the path that runs through an old lava field now colonized by vegetation, consisting mainly of broom and some specimens of holm oak and common oak.
Shortly before arriving on a small private street you may notice a characteristic formation of bubble-shaped lava.
After a while, turn on the right towards northwest following an ancient trail marked by the usual red-white flags, you will get to the base of Mount Sona (point 8, 1398 meters above sea level). Here you can see the imposing presence of the lava flow of 1983 stopped further down at the Milia road. This area is well managed by the Forest Department, a hundred meter onward you can find a rest area.
The last stretch of path leads you to the base of Mount Manfrè (point 9, 1460 meters above sea level), through a track that runs along the western slope of Mount Sona. From here a path leads to the shelter, perfectly integrated into the landscape and characterized by towering chestnut trees and striking lava formations.
The refuge is also accessible from an entrance on the nearby road S.P. 92 at km 10.6 (Point 10), accessible by a comfortable track about 500 meters long. This is indicated on the map as path No. 786A.
In the future you will be able to take path No. 786B, soon to be realized. Within 3.5 km and 350 meters in height difference, it leads to the Altomontana track of Etna, near the gate of the State Property Filiciusa-Milia. From here there are several possible excursions around the southern area of Etna.
Driving directions to the starting point (point 1 - Contrada Gattaino-Belpasso)
From the freeway Paternò - Catania / SS121 exit at Zona Industriale Piano Tavola - Belpasso, continue in Via Valcorrente and then take the Provincial Road 14 / SP14 direction Belpasso. After entering the town, turn right and take the Provincial Road 56i. At the roundabout, go straight on Via Giovanni Paolo II. At third roundabout take the first exit, a few meters Via de Nicola is on the right, here the trail starts.
GPS coordinates at starting point of path No. 786 (Point 1 - Contrada Gattaino-Belpasso): Lat: 37 ° 35 '12.4' 'N; Long: 14 ° 59 '06.0' 'E; Height: 522 meters above sea level
GPS coordinates at starting point of path No. 786A (Point 10 - SP 92 km 10.6): Lat: 37 ° 40 '22.2' 'N; Long: 14° 59 '04.6' 'E; Alt: 1334 meters above sea level
DESCRIPTION OF POINTS OF INTEREST
Point 1 – Contrada Gattaino
Historically the area of Contrada Gattaino in Belpasso was given over to cultivation of vine. In fact, it is possible to see some finds of rural culture: dry walls, terracing, irrigation canals, and turrets. They were manufactured products built with stones that the farmers found in the ground while tilling. The dry walls indicated the boundary, the remaining stones were piled up to create the characteristic turrets. The road is one of the “regie trazzere” (royal dirt roads), which linked various places in the area of Etna. On the road you can find some parts of pavement made of lava basalt and well-conserved lateral terracing.
Point 2 – Madonna della Roccia (Our Lady of the Rock)
The Madonna of the Rock is so called because it is situated near a lava rock where The Virgin appeared to a boy of 15, Rosario Toscano, from May the 11th 1986 to May of 1988. The rock is situated under a little temple that protects it. From this position, it is possible to see the rock looking towards south. Entering, you can visit the place of veneration and admire the Way of the Cross made of lava stone along a tunnel of lava flow that leads to two Caves of Taddariti (Bats), visible only from outside. One of these caves is used to stage a Nativity scene.
LOOK OUT: a hundred of meters onward to the east, it is possible to find a fountain to take in water.
Point 3 – Cave of Piscitello
The cave was shaped by lava flow in 1669. It is called in dialectal words cave “di Pisciteddu” or also “Ampudda di Pisciteddu” which recalls the name of the area where it is situated. It is narrated that a long time ago, here there was a river called Piscitello that probably was buried by lava flows. The lava tunnel expands itself to north-south for a hundred of meters on a horizontal level. It is possible to observe prominent remeltig stalactites in the lower part of the vault.
LOOK OUT: dress safety helmet and use a lamp to visit the cave.
Point 4 – Cisterna Regina (Queen’s Cistern)
The Queen's Cistern took part of a big land that included a large house and a garden. Eleanor of Anjou built it, after the death of her husband Frederick III of Aragona in the 1337. Currently, the remains of the house are called “the ruins of Cisterna Regina” and they are visible at a hundred of meters from this position. There are few traces of the old house situated in a sloping ground grooved by Piscitello river. In 1910 the house was affected by a lava flow, which submerged the most important part of the building.
The cistern recollected rainwaters that went down from tablelands and dirt roads. The point of gathering, in existence, is a big cistern with the diameter of 35 meters. In the past the circular base was 5-6 meters deep, the passing of time reduced it to a depth of 2.5 meters. In fact, the volcanic sand and pyroclastic materials that came out by effusive mouth of Monti Rossi accumulated inside it. Recently, the inside of the cistern hosted a vineyard due to the presence of this sandy material. Some sides of cistern catch the glimpse of medieval plaster and some openings through which the rain flew inside the potting, thanks to some little canals in lava stone. The water of cistern was used for needs of population, refreshing the animals and washing the laundry. The cistern rises behind the Old National Royal Road which was very important in the road network of the past. Besides, walking along the road, it is possible to see how it linked the Guardia village to the disappeared town of Malpasso.
Point 5: Contrada Segreta
A place of the territory of Belpasso where many citizens come to vacation in the summer. There is a picnic area to make a brief stop.
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Point 6 – Grotta d’Angela (Cave d'Angela)
It is a lava flow gallery open at the two extremities. It is well lighted with a wide semi-elliptical section. The pavement is softly inclined and almost uniform, and the most part of its surface is united. The main feature of the cave is the stringed lava in the central part. Along the western side of the cave it is possible to observe some big rolls. The gallery is about 40 meters long, but it is valued that at the beginning of the Twentieth century, the cave measured 150 meters in length. It is possible to see traces of recent collapses at the entrances. A wide canal is situated below the cave, it measures 100 meters long and leads to two little cavities (quote: www.mungibeddu.it). The lavas which have created the cave are dated 1780.
Point 7 – San Leo Mount
It is one of the many ancient craters of Etna, being very old it was already repopulated by many plant species.
Place 8 – Sona and Manfrè Mounts
Two reliefs which are called with topographical names Sona and Manfrè Mounts characterize this zone of the volcano. They are old extinct craters with rich vegetation and a beautiful view. The slopes have been equipped with paths and forest tracks by the Forest Department of Catania. They used retentive dry walls to reach the tops and improve the fruition of excursionists who want to admire the landscape of Etna. Along the slopes it is possible to see rich vegetation which is in one hand spontaneous for the natural processes of colonization of lava surfaces, in the other hand it is the result of the reforestation activated by the Forest Department that has contributed to consolidate the ground, installing many vegetable species. In the western part, the vegetation of Sona mount is rich of Holm Oak (Quercius ilex), instead the eastern part it is characterized by the presence of black pine (pinus laricio). The Manfrè Mount is almost covered by oaks which belongs to the family of “roverella” (quercus pubescens) and the southern part of the mount is characterized by beautiful exemplaries of chestnut (castanea sativa), inside the crater there are exemplaries of trembling poplar (populous tremula). Around the two mounts, there are great stretches of lava flow dated 1983 which went down to south but fortunately it stopped and spared the towns. The Manfrè mount became important for the presumed meeting dated April the 30th 1962 between Eugenio Siragusa, a man from Catania with an eccentric and mystic personality followed by many people, and an alien.
Point 9 - Monte Manfrè Refuge
The Refuge is perfectly integrated into the landscape, characterized by impressive chestnut trees and striking lava formations. In the future you will be able to take path No. 786B, soon to be realized. Within 3.5 km and 350 meters in height difference, it leads to the Altomontana track of Etna, near the gate of the State Property Filiciusa-Milia. From here there are several possible excursions around the southern area of Etna.
Point 10 - S.P. 92 to km 10.6
Entrance to the path 786A from S.P. 92 to km 10.6, a track leads to the refuge of Monte Manfrè in about 500 m. From here you can take the path 786 that leads to Belpasso.
Translation edited by Giulio Doria and Giusy Motta.
Ragalna – Pista Altomontana
Itinerario escursionistico alla scoperta del territorio ragalnese
PREMESSA
I sentieri 785 e 785A sono stati ideati e realizzati dalla sezione di Belpasso del Club Alpino Italiano grazie al alla spinta e al contributo del Comune di Ragalna. Si è voluto collegare l’abitato di Ragalna alla già esistente rete sentieristica etnea creata dal Parco dell’Etna. Con il sentiero 785 si raggiunge la Pista Altomontana dell’Etna, itinerario principale della rete sentieristica etnea, attraverso la quale l’escursionista può poi proseguire nella visita del territorio montano. Il sentiero percorre il territorio a nord del comune, punteggiando alcuni siti d’interesse naturalistico del territorio, descritti sulle tabelle informative presenti in loco.
Il percorso ha uno sviluppo di circa 9 km, un dislivello di quasi 800 m dal punto di partenza a quello di arrivo.
ITINERARIO
Si parte da Piazza Rocca a Ragalna (Punto 1, 917 m.s.l.m.). Da qui, seguendo le indicazioni e le caratteristiche bandierine bianco-rosso, ci si dirige verso ovest su via Cavaliere, si fiancheggia la strada percorrendo la zona nord dell’abitato di Ragalna. Lungo il tragitto è possibile osservare ciò che rimane della tenuta di Villabona, appartenente ai principi Moncada. Era la più estesa della Ragalna settecentesca e comprendeva un palazzo a due piani, un palmento, una cappella (non più visibile), una grande cisterna e le casine di coloro che dirigevano i lavori agricoli. Il principe Giovan Luigi Moncada vi si rifugiò intorno al 1780, fuggendo dalle agitazioni scoppiate in Paternò per la ridemanializzazione di quel comune, alla quale si opporrà fino alla decadenza dei suoi diritti feudali, nel 1812. Nei pressi, al di là della via Cavaliere, possono ammirarsi altre antiche ville, tra cui la villa Pulvirenti che ospita un palmento ancora intatto, datato 1742, e il primo castagneto impiantato nella zona.
Alla fine di via Cavaliere, dopo circa 1 km, si trova il punto 2, l’incrocio con via Grotte Catanesi. Da qui è possibile fare una deviazione per visitare le due Grotte della Catanese 1 e 2.
Il sentiero 785 invece si dirige verso nord su via Monte Arso. Mantenendosi ai margini della strada asfaltata, si percorrono circa 400 m per raggiungere la Grotta delle Scupettate (punto 3, 917 m.s.l.m.), una piccola grotta di scorrimento lavico che giace sotto il muro perimetrale di un terreno agricolo. Notevoli sono le modifiche apportate dai numerosi crolli. Ai suoi margini è possibile raccogliere la “cannatedda” (strigoli in italiano), un’erba commestibile, conosciuta fin dall’antichità, dal sapore delizioso. Di fronte si ammira un boschetto di querce, residuo della foresta originaria dell’Etna.
Si continua ancora su asfalto in salita per circa 100 m fino al punto in cui il fondo stradale asfaltato lascia il passo ad un caratteristico lastricato lavico, caratterizzato da due strisce longitudinali più levigate che una volta servivano per agevolare le ruote dei carretti. Proseguendo in salita, ci si addentra in contrada Mollecchina, una zona boschiva caratterizzata dalla macchia mediterranea con bellissimi alberi di lecci, querce ed esemplari di ginestra. Ad una curva il fondo diventa nuovamente sterrato, qui siamo in corrispondenza dell’ingresso alla panoramica masseria Ardizzone, oggi ristrutturata e trasformata nell’agriturismo Boscoscuro. La carreggiata qui diventa più stretta, proseguendo è possibile notare la cima di Monte Arso (1102 m.s.l.m.), la carrareccia sale affiancando il monte ad est fino a raggiungere un quadrivio (Punto 4, 1081 m.s.l.m.), nei pressi di una grande quercia. Da qui, attraverso un ripido sentiero, vale la pena raggiungere la vetta del monte per una visione panoramica del territorio circostante.
Riprendendo il percorso, si prosegue per circa 700 m sulla carrareccia delimitata dai tipici muretti a secco caratteristici del territorio etneo. Ci si addentra nel Bosco di Paternò, si arriva, quindi, ad un incrocio, si prende a sinistra e, subito dopo, un secondo incrocio dove occorre girare a destra. Da qui, a circa 100 m, in corrispondenza di un compatto affioramento lavico, le caratteristiche tabelle segnavia ci indicano di abbandonare la carrareccia per addentrarci in un sentierino che si immerge nel bosco. Lungo questo percorso, dopo alcune decine di metri, un’indicazione ci invita ad una breve deviazione per uscire dal bosco e poter vedere una caratteristica formazione lavica, una pietra-cannone formatasi su uno dei più estremi bracci lavici dell’eruzione del 1780. Rientrati sul percorso principale e proseguendo si sbuca su una stradella, a tratti asfaltata, nei pressi di alcune casette di villeggiatura, alcune di esse ormai dirute. La si percorre per circa 600 m, evitando di deviare agli incroci, fin quando si giunge ad un apposito segnale che invita a deviare verso nord su un sentiero che in poche decine di metri si allarga e diventa una sterrata in salita. Si sbuca sulla Ex trazzera San Leo-Milia, conosciuta come strada Milia (punto 5, 1275 m.s.l.m.). Si supera la strada asfaltata e si prosegue sempre su carrareccia in direzione nord per circa 1,5 km, lasciando le deviazioni a destra e sinistra, accompagnati dallo stupendo panorama dell’Etna sullo sfondo. Non appena la stradella devia verso ovest, si prende un sentiero che conduce ad est e si addentra nella vegetazione fino a portarci nei pressi della Grotta dell’Immacolata (Punto 6, 1469 m.s.l.m.), cavità lavica caratterizzata da tre diversi ambienti. Nei pressi della grotta, a poche decine di metri in direzione sud, vi è una tipica costruzione dei pastori, denominata “pagghiaru ‘n petra”, ancora ben conservata.
Ripreso il sentiero, ci si dirige verso nord per circa 300 m, sbucando su una stradella con un manto d’asfalto ormai in cattive condizioni. Qui si devia a destra e si prosegue; la strada si dirige ad ovest prima in piano, poi inizia a salire, compie alcuni tornanti tra colate laviche e zone boscate. Appena dopo una curva si trova un bivio, si prende a destra per un sentiero che corre a margine di un rigoglioso castagneto per circa 400 m. Quindi si lascia il tratto boscato e si devia per attraversare in senso ovest-est un altro braccio della colata lavica del 1780, su un antico e caratteristico sentiero realizzato sulla sciara: probabilmente serviva nel passato per lo sfruttamento del bosco. Superata la colata e rientrati nel bosco si risale verso nord attraverso degli ampi sentieri che solcano la vegetazione mista di pini, latifoglie e ginestre. Si supera ancora un piccolo braccio lavico e rientrati nel bosco si raggiungono i margini di Contrada Serra La Nave, nei pressi del monte omonimo. Dopo un breve tratto si incontra la confluenza con il sentiero 786B (Punto 7, 1692 m.s.l.m.) che sale dal Rifugio di Monte Manfrè. La zona è caratterizzata da una pineta con esemplari d’alto fusto. Si prosegue ed in circa 200 m si raggiunge il cancello del Demanio Filiciusa-Milia (Punto 8, 1700 m.s.l.m.) dove inizia l’Altomontana dell’Etna, dapprima caratterizzata dal segnavia 701A e poi dal 701SI che coincide con un tratto della Variante Etnea del Sentiero Italia CAI.
Nei pressi si trova il rifugio Ariel, utile per fare una breve sosta oppure per pernottare e ripartire l’indomani. Da qui sono possibili diverse escursioni sul versante sud dell’Etna oppure intraprendere la pista Altomontana, percorso che circumnaviga l’Etna fino a raggiungere la pineta Ragabo di Linguaglossa sul versante nord del vulcano.
Indicazioni stradali per il punto di partenza (Punto 1 – Piazza Rocca-Ragalna):
Dalla Superstrada Paternò - Catania/SS121, continuare sulla SS 284, prendere l'uscita Santa Maria di Licodia-Belpasso, mantenere la destra al bivio ed entrare sulla Strada Provinciale 4/11. Continuare per circa 2 km, dunque svoltare a sinistra sulla Via Mongibello; percorrerla per 2,3 km, poi proseguire su Via Paternò, piazza Cisterna, via Rocca (anche S.P. 57) fino a raggiungere Piazza Rocca.
Lat: 37° 38,592’ N; Long: 14° 57,442’ E; Alt: 917 m.s.l.m.
DESCRIZIONI PUNTI D'INTERESSE
Punto 1 - Piazza Rocca (Ragalna)
L’incrocio tra la strada altomontana d’epoca bizantina, che collegava Taormina ad Adernò, e la via che da Batarnù (Paternò) portava ai boschi dell’Etna, è segnalato per la prima volta in un diploma normanno del 1137. In esso si fa menzione anche della cisterna, detta allora di Gervasio, che si trova oggi accanto al palmento in rovina, della metà del ‘700, situato sulla destra della piazza. Tutto intorno si estendeva un’area recintata per il pascolo ed una vigna, sormontate dalla Rocca che dà il nome alla piazza. Il luogo era chiamato Rechalena (dall’arabo Rahal Ayn= Casale dell’acqua): da esso deriva il toponimo di Ragalna. Infeudato ai benedettini del monastero di San Leone al Pennacchio e, dopo la distruzione dello stesso causata dall’eruzione del 1536, ai principi Moncada di Paternò, sarà concesso in enfiteusi a partire dal 1732 a numerosi cittadini paternesi che vi impianteranno rinomati vigneti, palmenti, chiesette rurali, ville di cui rimane traccia nel territorio circostante (in particolare la villa Savuto, a sinistra scendendo per la via Rocca), dando origine al primo nucleo abitato della Ragalna moderna.
Punto 2 - Via Grotte Catanesi
Inoltrandosi per un viottolo a sinistra della strada che conduce al Monte Arso, dopo circa 500 metri, è possibile visitare le due grotte di scorrimento lavico dette “della Catanese”, la prima delle quali è una vasta grotta a forma basilicale (la più ampia dell’Etna: nel luglio 1943 ospitò la popolazione di Ragalna scampata ai bombardamenti alleati), prodotto dell’eruzione che dette vita al Monte Arso. Alla base della parete est, si apre una strettoia con una galleria lunga circa 70 metri, abitata da pipistrelli, in cui sono state osservate ossa e piccoli frammenti di ceramica. Intorno alle due grotte vi è una foresta rada di lecci e roverelle, vero paradiso per gli amanti dei “funci di ferra” (funghi di ferula o pleurotus eringii) e degli asparagi selvatici, dove è possibile incontrare antiche abitazioni contadine in pietra lavica, torrette e “pagghiari in petra”, delle “pietre-cannone” e caratteristiche emersioni laviche, a forma vagamente animale, popolarmente denominate “draghi di pietra”.
Punto 3 - Grotta delle Scupettate
Grotta lavica che giace sotto un muro in pietrame a secco lungo la Via Monte Arso.
Punto 4 - Monte Arso del Cavaliere
Il Monte Arso del Cavaliere è un vecchio cratere databile al 500 a.C. Dopo una facile scalata lungo un breve sentiero, si raggiungono le sue due cime dalle quali si ammira un duplice panorama: verso nord, la cima maestosa dell’Etna; verso sud, la valle del fiume Simeto fino al mare ed al lago di Lentini. Il sito di interesse comunitario – ZSC (Zona Speciale di Conservazione) è esteso per ettari 124, ricade a quote comprese fra 900 e 1100 m.s.l.m. e risulta caratterizzato da antiche colate laviche. Il bioclima rientra nel mesomediterraneo subumido inferiore. Ben rappresentate sono le formazioni boschive, quali querceti caducifogli misti a dominanza di Quercus virgiliana, frammisti spesso a boschi a Quercus ilex. Significativa è la presenza di Celtis tournefortii subsp. Aetnensis (bagolaro dell’Etna). Si rinvengono, inoltre, boscaglie a Genista aetnensis. Di particolare rilievo la presenza di formazioni boschive decidue e sempreverdi, con diverse entità che nell’area regionale sono rare o ritenute di rilevante interesse fitogeografico. Il sito è utilizzato come area di foraggiamento e riposo dall’Aquila reale e come sito riproduttivo dalla Coturnice di Sicilia. La fauna invertebrata è relativamente diversificata con numerose specie endemiche.
Fonte: Ministero dell’Ambiente, Formulario Natura 2000.
Punto 5: Strada Milia
La vecchia strada Milia San Leo da attraversare per continuare il percorso.
Punto 6 - Grotta dell’immacolata e “pagghiaru ‘n petra”
La grotta, raggiungibile attraverso il sentierino, è distante circa 30 m in direzione sud. Visibile anche per via di uno steccato in legno che aiuta nel superare alcuni gradoni ricavati sulla pietra che conducono ad una depressione all’interno della quale sono presenti alcuni grandi esemplari di quercia e i detriti di un vasto crollo della volta. La grotta è composta da tre diverse camere con tre ingressi diversi, uno a sud, uno a nord ed uno ad ovest. Le tre camere sono larghe alcuni metri. Le lave che hanno originato la grotta sono del 1780.
Proseguendo il sentiero che conduce a sud per circa 40 m circa si raggiunge il “pagghiaru ‘n petra”, ossia un pagliaio realizzato interamente in pietra, rappresenta un’antica costruzione per il riparo dei pastori o dei contadini che veniva costruita nei pressi delle loro mandrie. Questo è realizzato completamente in pietra lavica a secco, la pianta è circolare, possiede un solo accesso, la struttura culmina in una cupola fatta di pietre disposte a cerchi concentrici. Il pietrame utilizzato per la costruzione veniva ricavato dall’ambiente circostante. E’ ben visibile l’architrave della porta di accesso e una cisterna a bocca circolare nei pressi della struttura.
Punto 7 – Contrada Serra La Nave
Trattasi di una estesa zona attorno al Monte Serra La Nave (1661 m.s.l.m.) in territorio di Ragalna, ammantata da una fitta pineta con esemplari d’alto fusto. Nei pressi si trova l’Osservatorio astrofisico etneo “M. G. Fracastoro”, il Giardino botanico “Nuova Gussonea”, la chiesetta della Madonna delle Nevi, il parco avventura, proprio all’interno della conca craterica, ed alcune strutture ricettive.
Punto 8 – Cancello Demanio Filiciusa Milia - Ingresso Pista Altomontana
La pista altomontana è un percorso di 38 chilometri che circumnaviga l’Etna fino a raggiungere la pineta Ragabo di Linguaglossa sul versante nord del vulcano.
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